Per scrivere certe cose, serve un po’ di tempo. Le persone dello spettacolo, viste nei teatri, nelle piazze, al cinema, o di cui abbiamo letto libri e articoli, sembrano sempre irraggiungibili. Ecco stanno lì, in piedi sul palco, sotto la luce dei riflettori, mentre noi stiamo al buio, seduti in silenzio e li ascoltiamo. Forse proprio per questo ci sembrano così lontane e inarrivabili, impalpabili, un universo irraggiungibile per chi, dopotutto, non calca palcoscenici, non scrive libri, insomma è anonimo al “grande pubblico”.
Fino a quando gli anonimi si mettono insieme e creano qualcosa di eccezionale, che nessuno conosce, ma in cui si è fermamente convinti. E allora, nasce il desiderio di condividere, raccontare, mettersi alla prova dialogando proprio con chi ha le qualità per capire.
E così Radici in Movimento prova a invitare al Bosco proprio lui, Marco Paolini. In fondo in fondo credo che nessuno fosse certo di ricevere una risposta, anche nella forma di un educato rifiuto.
A dimostrazione invece che le cose eccezionali accadono, e bisogna provare a farle accadere, Marco Paolini accetta l’invito, viene al Bosco, si siede e parla con noi. Sembra quasi dirci “Pensavate non venissi eh? E invece, toh, ciàpa, son qua“:
Mangiamo insieme poche cose, semplici, ma buone. Nessuno di noi è vestito per andare a “teatro”, perché siamo al Bosco. Ci sediamo in tondo, senza luci o riflettori, senza separazioni di livelli, senza un pubblico e un attore, ma solo noi con un ospite di riguardo.
Marco Paolini ci racconta, noi ci raccontiamo a lui. Stiamo bene insieme. Assaporiamo il regalo che ci ha fatto, la fiducia che ci ha dimostrato, il suo interesse, che ci impone di esserne degni e di continuare con maggiore forza ed entusiasmo lungo la strada che stiamo costruendo giorno per giorno.
Naturalmente, grazie, Marco Paolini.
Ci vedremo in futuro, ora ne siamo certi.